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I conti di Tirolo


L'espansione dei conti di Tirolo iniziò con dure e mirate lotte per sottomettere la nobiltà indipendente, che dalla decadenza dell'Impero di Carlo Magno, nel X secolo, risiedeva orgogliosa nel cuore delle Alpi.

Con la morte di Alberto III (1190-1253), successero Mainardo I (1253-1258) e il figlio Mainardo II, il cui periodo di dominio (1258-1295) corrispose al culmine della potenza di espansione tirolese. Egli mise in ginocchio le famiglie nobili che erano tornate ad alzare la testa e a cercare conquiste territoriali, combatté gli stessi vescovi di Trento e Bressanone, diede alla regione un'esemplare amministrazione secondo criteri moderni come testimoniano numerosi documenti giunti sino a noi e conservati nei principali musei locali.
Fece costruire la zecca a Merano, affidando la gestione ai fiorentini che erano allora i migliori banchieri del mondo.

Tra il 1286 e il 1335 i conti tirolesi divennero anche duchi della Carinzia. La figura più nota in questo periodo è la contessa Margareta Maultasch, costretta all'età di 12 anni a sposare Giovanni Enrico di Boemia (9 anni), secondo la ferrea regola della nobiltà, che consentiva i matrimoni di interesse per espandere i confini territoriali appartenenti alla famiglia. Così la Casa dei Lussemburgo concordò il matrimonio tra la contessa e Giovanni. Ben presto il matrimonio naufragò e Maultasch approfittò dell'assenza del marito per organizzare contro di lui la rivolta dei nobili tirolesi.
Nel 1341 la contessa impedì al conte di rientrare al castello e lo ripudiò. Nel frattempo l'imperatore Ludovico il Bavaro della signoria dei Wittelsbach aveva approfittato della situazione e si era concordato per celebrare un nuovo matrimonio tra suo figlio e la contessa Maultasch. Nonostante il primo matrimonio non fosse stato sciolto dalla Chiesa cattolica e quindi vi era odore di scomunica, l'imperatore riuscì a trovare un vescovo tedesco per celebrare in semiclandestinità la cerimonia. Purtroppo durante il trasferimento verso Merano, il vescovo cadde da cavallo al passo Giovo e morì; un brutto segno premonitore dei tempi che avrebbero condizionato sotto tutti i punti di vista la vita della contea.
Con il matrimonio di Margareta con Ludovico, nel 1342, la contea di Tirolo passò dalla casa dei Lussemburgo alla signoria bavarese, che seppe gestire con la massima accortezza le esigenze di autonomia della nobiltà tirolese. La coppia nel 1343 venne scomunicata, unitamente all'imperatore, reo di aver conquistato i territori di Feltre e Belluno a Carlo di Boemia e di aver tolto Maultasch al suo primo e ancora legittimo marito.

Nel frattempo Carlo di Boemia, fratello di Giovanni Enrico e futuro imperatore, non aveva digerito l'affronto subito dalla famiglia per la cacciata del fratello da Merano. Giunto in Sudtirolo, cinse d'assedio il castello di Tirolo. Fu l'unica volta che il castello venne assediato. Gli assediati, guidati dalla donna, riuscirono a resistere egregiamente fino all'arrivo delle truppe guidate dal marito Ludovico il Bavaro e inflissero a Carlo di Boemia un'onta peggiore rispetto all'offesa che egli voleva vendicare.

La coppia ebbe un unico figlio maschio che purtroppo morì prestissimo, all'età di 19 anni lasciando la contea senza eredi. Fu così che Margareta decise di lasciare la contea ai parenti più prossimi, i duchi d'Austria. Dopo l'incendio della cappella del castello nel 1308 la contessa fece eseguire le pitture murali che raffigurano per la prima volta lo stemma dell'aquila rossa con le ali spiegate.

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